sabato 16 novembre 2013

fonti su tiberi

Le Historiae di Velleio Patercolo: in quest’opera, che partiva dalle età remote e giungeva fino all’epoca contemporanea, l’autore si esprime con toni fortemente elogiativi nei confronti di Tiberio. Vi sono poi due fonti che risalgono più o meno a un secolo dopo l’età di Tiberio. La Vita di Tiberio di Svetonio, una biografia dell’imperatore. Coerentemente con i suoi interessi, Svetonio si sofferma per lo più sulla vita privata di Tiberio, su aneddoti curiosi e su pettegolezzi di corte. Gli Annales di Tacito, che, pur essendoci giunti incompleti, dedicano una sezione significativa all’età di Tiberio. Tacito, al contrario di Patercolo, fornisce una presentazione molto negativa del principato di Tiberio. Alla morte di Augusto, nel 14, Tiberio organizzò funerali solenni; al defunto venne assegnato il titolo di Divus . Al contrario, Tiberio inizialmente rifiutò una serie di titoli , come il prenome di Imperator , il cognome di Augustus e il titolo di pater patriae ; inoltre, mentre favoriva il culto divino per il suo predecessore, rifiutava ogni forma di idolatria verso la sua persona Insomma, tutto il principato di Tiberio è caratterizzato da una continua battaglia volta a mantenere al suo governo un carattere civile, cioè non dispotico e, per quanto possibile, rispettoso delle istituzioni repubblicane, che formalmente non erano mai state abolite. Tiberio voleva essere riconosciuto come il princeps , cioè come il primo che, grazie alla sua auctoritas (autorevolezza), prendeva la parola nel consesso senatorio; non intendeva assolutamente essere considerato né dominus (signore), né dio. Gli sforzi di Tiberio, tuttavia, furono doppiamente vani. Da un lato, egli veniva di fatto trattato come dominus e le iscrizioni e i documenti ufficiali riportavano ugualmente quei titoli di Augustus e Imperator che egli rifiutava. Dall’altro, le sue proteste furono considerate insincere da parte dei senatori, i quali ritenevano che il comportamento di Tiberio fosse dettato da una finzione ed egli rifiutasse determinate titolature e omaggi solamente per posa e non per reale convinzione. Per questi motivi, quegli stessi senatori che Tiberio voleva considerare suoi pari guardarono sempre al princeps con profonda diffidenza, quando non con aperta opposizione.